Il Galà della Castagna d'Oro 2018
Venerdì 12 ottobre alle ore 20.00, lo chef stellato Massimo Camia, con la collaborazione del resident chef Andrea Bertolino, ha fatto vivere ai presenti un viaggio dalla Langa al mare nella fantastica cornice del GalaPalace, trasformato per l'occasione da Lorella Corrado per Happenings.
Il servizio in sala si è tenuto a cura degli allievi dell’Istituto Alberghiero “G. Giolitti” di Mondovì, sotto la regia del prof. Claudio Orsi.
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Claudio Lippi tra la gente. Questo è il titolo dello show che Claudio Lippi ha proposto a Frabosa Sottana sabato 13 ottobre 2018, nell'ambito del Galà della Castagna d'Oro. Aprirà la serata un'interessantissima intervista condotta da Marino Bartoletti a Giovanni Trapattoni, “A tu per tu col Trap”.
I premi Castagna d'Oro 2018
Domenica il clou della manifestazione con la consegna della Castagna d'Oro ai campioni dello sport; ecco di seguito i premiati.
Giovanni Trapattoni
La panchina gli manca, ma la moglie lo ha minacciato di cambiare la serratura di casa... Il “Trap” è un vero mito del calcio: in campo ha marcato e fermato anche Pelé, poi una carriera di allenatore che lo vede al 7° posto fra gli allenatori più vincenti del mondo. Ha vinto 7 scudetti in Italia, ma ha anche saputo vincere i campionati di Germania, Portogallo e Austria. E ancora 3 Coppe UEFA, una Coppa delle Coppe e una Coppa dei Campioni. Sotto la sua guida la nazionale irlandese è tornata dopo un quarto di secolo a disputare i Campionati Europei. Inserito dal Times fra i migliori 50 allenatori di tutti i tempi, vanta una profonda conoscenza della strategia, una maniacale cura dei dettagli e grandi capacità di motivatore.
Marino Bartoletti
Un romagnolo - provinciale e dichiaratamente orgoglioso di esserlo - con l’espressione e lo sguardo da eterno “monello”, l’aplomb di un lord inglese di altra epoca, la classe di un campione vero, una cultura, non solo sportiva ma anche musicale, enciclopedica. E in effetti, in un curriculum professionale che richiederebbe almeno un paio di volumi, figura anche la collaborazione con la prestigiosa enciclopedia Treccani. Con il format di “Quelli che il calcio”, tutto farina del suo sacco, ha saputo cambiare 26 anni fa il modo di raccontare il calcio. Una grande dote lo ha portato, nel tempo, come giusto e naturale, a superare anche il suo grande maestro Gianni Brera: entrambe sempre sul pezzo, Marino mai sopra le righe...
Simona Quadarella
Il suo volto e il suo sorriso, fra lo scanzonato e l’incredulo, sono fra le immagini più belle trasmesse dalla Rai durante le gare degli Europei di nuoto di Glasgow. Non una, non due, ma ben tre volte con la medaglia d’oro fra i denti, una luce profonda negli occhi e qualche lacrima sulle guance... è scesa in vasca come se arrivasse da un’altro pianeta, lei che lo scorso anno aveva già provato il brivido del podio, sul terzo gradino nei Mondiali di Budapest. Il nuoto è sport che richiede disciplina, impegno e costanza non comuni; le gare stressano chi le guarda, con quelle otto corsie, figuriamoci chi le fa... Il sorriso di Simona è di quelli che riconciliano con lo sport e con la vita!
Tony Cairoli
Ha un tatuaggio che recita “velocità, fango, gloria” e ben racconta una carriera che, con nove titoli mondiali, lo vede al secondo posto nella classifica dei piloti di motocross di ogni tempo. Questo siciliano - che per rincorrere il suo sogno si è trapiantato in Belgio - ha talento e classe da vendere, che abbinati a doti atletiche e disciplina gli consentono, alla soglia dei vent’anni di carriera, di continuare a correre e a vincere. Una sua dichiarazione a proposito dei salti in gara sintetizza, in modo lapidario, la differenza che passa tra noi spettatori e un campione: “Tecnicamente è un’azione di 8-10 metri di altezza e 30 di lunghezza. Tatticamente, un attimo di relax e riflessione tra le fasi di guida”.
Claudio Lippi
Non tutti ricordano i suoi esordi di cantante, con cui ha cavalcato con successo gli anni ’60, prima di avviarsi ad una carriera iniziata ai microfoni della radio ed esplosa sul piccolo schermo. Unanimemente apprezzato per la professionalità che affianca sapientemente ad un approccio semplice e familiare col pubblico e a una sottile ironia, raccontare Lippi è raccontare in effetti la storia della televisione italiana. Con finta ingenuità e mai volgare, ci accompagna dallo schermo da quasi cinquant’anni con la simpatia di un vero istrione, un artista a tutto tondo capace di presentare, intervistare, intrattenere, recitare, cantare e suscitare spesso sincere risate...
Lorenzo Tealdi
Una passione sfrenata per il ciclismo, una determinazione non comune neanche in questa nostra terra, una capacità incredibile di entusiasmare e coinvolgere, un’inesauribile concretezza operativa. Sono le doti con cui “Teo” ancora oggi, fortunatamente, è presente e attivo. In oltre mezzo secolo ha trascinato amici nella fondazione della Ciclistica Fossano, della Ciclistica Cuneo, della GS Ciclismo Stampa e del Col Cuneo e inventato il Giro della Provincia di Cuneo, la Gran Fondo Fausto Coppi, la Nizza-Imperia-Cuneo, il Memorial Bono e Sciolla, il Giro delle Valli Cuneesi. C’è ovviamente sempre lui, con l’amico Ferruccio, dietro alle frequenti presenze in provincia del Giro d’Italia, del Tour de France e del Trofeo dello Scalatore. Da trent’anni ha sviluppato un profondo legame con Frabosa Sottana, ricambiato con stima ed affetto. Se il ciclismo fosse una religione, il commendator Tealdi, stella di bronzo e d’argento della Repubblica e Sigillo d’oro della Camera di Commercio di Cuneo, sarebbe almeno cardinale!
Stefania Belmondo
Fu lei trent’anni fa a ricevere la prima Castagna d’Oro, una cuneese doc della Valle Stura che ha saputo diventare la riconosciuta Regina del Fondo. Prima medaglia italiana femminile nel fondo alle Olimpiadi del ‘92, Stefania non si è più fermata, conquistando 10 medaglie olimpiche e 4 ori mondiali. Una carriera luminosa e prolungata grazie al carattere forte, alla volontà indomabile e a doti atletiche non comuni, coltivate con disciplina e sacrificio. Dopo l’agonismo, oggi l’impegno nella lotta al doping e nel raccontare nelle scuole l’importanza e la bellezza dei valori dello sport. Una vera donna delle nostre valli; una donna di cui la nostra provincia può andare fiera!
Jury Chechi
Il suo nome è da sempre sul Wall of Castagna d’Oro, ma da 3 anni campeggia anche nella Walk of Fame dello sport italiano. Ritorna a festeggiare i trent’anni della Castagna d’Oro anche il Signore degli Anelli, che ha ovviamente il riconoscimento da tempo in una bacheca traboccante: un oro olimpico, cinque ori e due bronzi mondiali, quattro ori e due bronzi europei, sette ori e 3 agenti ai Giochi del Mediterraneo, 8 prestigiosi trofei internazionali, sette ori agli assoluti italiani... Che dire? Per fortuna i genitori, stufi di lampadari staccati e divani sfondati, a 7 anni lo portarono in quella palestra Etruria Prato. Un anno dopo il piccolo Yury vinceva il Campionato Regionale Toscano... Quando si dice “Chi ben inizia...”!
Isolde Kostner
La Castagna d’Oro l’ha ricevuta anni fa la Regina della Discesa, quel piccolo, simpatico e sorridente “missile” che sfrecciava sulle piste di sci negli anni a cavallo del millennio. La prima donna al mondo che in abito da sposa ha spento la fiamma olimpica è una delle sciatrici italiane più vincenti della storia, con 15 vittorie in Coppa del Mondo, due Coppe del Mondo di discesa libera, tre medaglie olimpiche, tre iridate e 12 titoli italiani assoluti. Racconta dei sui esordi: “L'allenatore mi ha detto: fai quello che vuoi. Da allora ho sempre vinto”. Un destino forse scritto quello di Isolde, per cui la montagna è stata un mestiere, ma è soprattutto una grande passione. Neve e ghiaccio ogni tanto tradiscono, ma buon sangue e classe non mentono...
Claudio Chiappucci
“Un guerriero non può abbassare la testa, altrimenti perde di vista l'orizzonte dei suoi sogni...” scrive sul proprio profilo twitter e a leggere il “Grazie mamma Renata per avermi fatto guerriero” che segue si scopre l’essenza di un campione vero, la simpatia unica e straripante di una Castagna d’Oro che è da anni un grande amico della nostra provincia e di Frabosa Sottana. Scalatore unico e inimitabile, El Diablo nel Tour del 1992 seppe riproporre un ciclismo d’altri tempi, vincendo al Sestriere, dopo 200 km (e 6 ore e mezza) di “fuga”, per distacco su tali Indurain e Bugno... L’anno precedente aveva vinto la Milano-Sanremo, due anni dopo sarà argento ai Mondiali di Agrigento. Vincitore anche di due Giri del Piemonte, a lui è dedicato il tornante numero 9 della Salita dei Campioni di Pratonevoso.