Il Galà della Castagna d'Oro 2019
I premi Castagna d'Oro 2019
Domenica 6 ottobre si è aperta la grande giornata fieristica, con bancarelle di prodotti tipici e artigianato, caldarroste a volontà e nel pomeriggio ci sono state le premiazioni al Gala Palace, sotto la regia di Sandro Federe con la consegna del Premio Castagna d’Oro ai super ospiti.
Arrigo Sacchi
Il “Profeta di Fusignano” ha indubbiamente rivoluzionato il calcio italiano, coniugando la storica “zona” di Liedholm al “calcio totale” della nazionale olandese di Johan Cruijff, che rivisita in un nuovo modulo, caratterizzato da un’attenzione assoluta alla fase difensiva abbinata ad un estenuante (non solo per gli avversari) pressing a centrocampo. Intensi allenamenti, diretti e controllati con severità, sono alla base di un lavoro che non manca, agli inizi, di essere criticato; si narra che una volta il cavaliere lo difese apostrofando i giocatori con un raggelante “Lui resta, voi non so!”. Era la nascita della migliore squadra di club di ogni epoca secondo World Soccer, forgiata da quello che il Times ha nominato “miglior allenatore italiano di tutti i tempi”. Col Milan ha fatto la storia degli “Immortali”, con l’Italia ci ha portato al sogno di una finale mondiale persa solo ai rigori!.
Dominik Paris
Ha una filosofia il Metallaro delle Nevi: “Nella musica che piace a me - dura, veloce e ritmica - c’è tutto quello che trovi in discesa: salti, ripido e tecnica”. Non si vince per caso sulla “Stelvio” di Bormio e sulla “Streif” di Kitzbühel e Dominik, per ora, l’ha fatto tre volte su ciascuna... Al termine di una stagione “magica” si è portato a casa l’oro Mondiale e la Coppa del Mondo di Supergigante. In carriera 32 podi, 16 volte sul gradino più alto: fra gli italiani solo Tomba e Thoeni hanno vinto di più. “Ho rispetto per quello che faccio, e questo è fondamentale per non andare oltre il limite. Ma paura no, non credo di averla mai provata”. La montagna? “Per me è tutto, rappresenta quella libertà senza cui non saprei stare. Sono cresciuto in montagna, è l’unico posto dove posso stare tranquillo e in pace con me stesso”. Carattere, passione, impegno e forza di volontà: una Castagna d’Oro DOC!
Alessandro Campagna
Fra vasca e bordo vasca ha vinto in azzurro un oro, un argento e un bronzo alle Olimpiadi, tre ori e un argento nei Mondiali, un oro, un argento e tre bronzi agli Europei, cui si aggiunge un bronzo mondiale vinto come coach della Grecia. Il Mondiale vinto dalla sua Italia quest’estate a luglio in Corea del Sud è stato il quarto per il Settebello e ben il terzo personale di Alessandro, dopo quelli di Shanghai del 2011, sempre da “mister”, e quello vinto in vasca nella “sua” Roma nel 1994. Probabilmente gli è così piaciuto nel ’92 quell’oro alle olimpiadi di Barcellona che non ha ancora smesso di vincere! Trentanove anni di una carriera d’oro, frutto di un grande talento, di un impegno serio e costante, di applicazione, studio e intelligenza non comuni: un vero campione a tutto tondo...
Benedetta Pilato
Le hanno chiesto: “Ti senti una bambina vecchia?”. “Figurati, fino a ieri giocavo con la Barbie!” ha risposto solare. C’è tanto di Benedetta in questa risposta, che ragazzina lo è, ma anche atleta vera: due ore e mezza di vasca dal lunedì al sabato, un giorno si e uno no prima anche la palestra. E la mattina al liceo con la media dell’8 - è uscita dalle Medie con 10 e lode - grazie allo studio dalle due e mezza alle sei e alla sveglia la domenica mattina alle sette per “anticipare” i compiti. Piace poter sottolineare tutto questo prima di parlare del suo innegabile ed immenso talento esploso fra luglio e agosto in vasca: oro individuale e argento in staffetta agli Europei giovanili di Kazan, argento ai Mondiali assoluti di Gwangju e ancora oro ai Mondiali giovanili di Budapest, il tutto con due “ritocchi” al record italiano dei 50 rana, la sua gara. Ai Mondiali più giovane della divina Federica, sul palco a Policoro con Jovannotti: che estate Benny!
Marta Busso
Passione, impegno, dedizione, intelligenza e talento generano spesso campioni, non esclusivamente nello sport. I “viaggi della speranza” sono nell’immaginario collettivo un senso unico verso gli States e invece la 22enne statunitense Angel il suo viaggio l’ha fatto al contrario, dagli Usa a Torino, grazie all’intuizione e agli studi di Marta, che stava ultimando la sua tesi sulle malattie metaboliche per la laurea in Medicina. Non sembra un film, lo è! Il caso di Angel e del suo male apparentemente incurabile è il soggetto, vero, di una serie tv di Netflix e proprio per questo arrivato sulle pagine del NY Times e all’attenzione della giovane cuneese. Che ha inviato la propria diagnosi in America e, dopo le analisi a Torino e le giuste cure, oggi Angel sta bene. Un “esordio” esplosivo - verrebbe definito nello sport - per una ragazza che legge anche il NY Times, nel frattempo laureatasi con 110 e lode e ora specializzanda a Friburgo. Come tutte le campionesse in erba un po’ travolta dalla notorietà improvvisa, mentre nelle interviste dalle sue parole traspare una tranquilla concretezza, tutta cuneese, che sembra dire: “Ho studiato per questo, no?”